** FEDERICO CARAMADRE ** Collezione "DENTRO L'IMMAGINE" **

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ANNO 1990. [...] Dentro l'immagine c'è un mondo da esplorare. È un mondo da vedere in un mondo da non proporre e, proprio per questo, da sottoporre a pubblico dominio e giudizio, a comune visione.

Bacio Milk Donna con la pistola

(elaborazioni pittoriche)

 

Propaganda Cell Femore

(elaborazioni fotografiche)

[...] Stavo sfogliando distrattamente una rivista. Una fotografia attirò la mia attenzione: Joe Champa ripresa da Helmut Newton. Seduta, le gambe divaricate, i gomiti poggiati sulle cosce, le mani sul calcio e le dita sul grilletto di un revolver che la modella punta sulle labbra. Quella foto non era più solo una foto. Si trattava di un’Immagine, un’immagine che mi incuriosiva. Ma perché? Quell'immagine mi turbava. La sua forza era dovuta alla propria TRIPLICE identità: l'indice di ciò che sarebbe potuto accadere (la materia cerebrale che schizza fuori dalla testa all'esplosione del colpo – l'azione sospesa: lo farà? Non lo farà?); la metafora erotica, e infine l'esistenza dello scatto, della foto in sé, con i suoi equilibri compositivi, dell'immagine in quanto tale. Avevo di fronte un'immagine il cui carattere principale giaceva nell'ambiguità propria dell'impatto visivo. Ne trassi spunto per operare dei collages su tema.

In un'altra occasione, sfogliando un periodico, rimasi colpito da un articolo sulla condizione di alcuni omosessuali in Russia. Glasnost e perestroika consentivano di dichiarare la loro condizione, tanto da far improvvisare due ragazzi soggetti da posa per un affiatato quanto disinvolto bacio. L'occhio indiscreto del fotografo esaltava dunque l'inusualità di quel gesto, tantomeno con quella sfrontatezza, tantomeno a cielo aperto, tantomeno in Russia. Ma questa volta la foto non viveva solamente di una forza intrinseca, aveva bensì un valore aggiunto, una sorta di "curriculum vitae", di "pedigree", dato dal contesto nel quale l'episodio andava consumandosi e che non poteva esserci spiegato altro che dall’articolo – dalle parole – cui era associato: alla sua triplice identità (data dall'elemento bacio come altro da sé per la platealità dell’esecuzione; dall'elemento "bacio" di discontinuità per l'inusualità e la perentorietà dei soggetti; dall'elemento fotografico in quanto tale) si aggiungeva ora la conoscenza della realtà contestuale all'accadimento ripreso, ovvero: l'informazione [...].

 

La contestualizzazione dell’informazione fotografica

Il valore concettuale aggiunto aveva preso corpo potendo influire sul giudizio dell'immagine; un carattere da cui l'immagine stessa va scorporata per poter vivere di vita propria.

Ambiguità nel primo caso, valore concettuale aggiunto nel secondo, caratteri essenziali da ridiscutere di una figurazione subordinata a se stessa. Di qui, per la ricerca dentro l'immagine, l'interesse per l’indagine di tante fotografie ambigue – significative e significanti di un mondo contemporaneo annodato su se stesso e sulle sue contraddizioni; e fotografie dal valore concettuale aggiunto (come tanta propaganda di Oliviero Toscani per la Benetton  - dove non sapere di vedere un malato terminale di Aids significa vedere la figura iconografica di un "Cristo" dei nostri giorni - o l'estrusione di un femore che non crea particolare ribrezzo o disappunto se non si è a conoscenza di ciò che si osserva; o ancora cellule cancerogene; ratti in putrefazione e così via). Entrare all'interno di queste realtà, per sovvertirne strutturalmente i caratteri peculiari, significa analizzarle nel loro punto dolente, nella loro medesima capacità attrattiva (o repulsiva), scavare in una identità per trovare non tanto il perché, quanto il come della stessa ("...Non esistono cose da vedere e/o cose da non vedere. Esiste semplicemente come le cose vadano viste...") [...] .

(estratto da "Dentro l'immagine"; Federico Caramadre; 1992)

Per saperne di più consultare il breve saggio "Dentro l'immagine"